"ritrovavo, in un ricordo involontario e completo, la viva realtà. Una realtà che non esiste per noi finché non è stata ricreata dal nostro pensiero" Marcel Proust
il presente è non riuscire mai a mettere a fuoco l'accadere; il disegno a volte arriva a toccarlo
l'Arte, l'inspiegabile espresso
belle da assorbire il respiro ho visto immagini e pietre, linee disegnare la luce
"amo l'emozione che mette in crisi la regola" George Braque
a Marcel Chirnoaga
"un gesto come questo si prepara nel silenzio del cuore, allo stesso modo che una grande opera. L'uomo stesso lo ignora; ma una sera..." Albert Camus
"È la più alta funzione dell'arte quella di insegnarci chi siamo" John Russell
"Vivere è come essere ammalati a lungo" Socrate
" perdere le bende dell’incoscienza e nello stesso tempo varcare i recinti dischiusi della coscienza è trovarsi, senza convincimenti, senza supponenze addossate alla mente, anonimo nell’esistente.
Le parole non significano più, le cose, gli oggetti non hanno soprannomi e il pensiero, perduti i riferimenti attribuiti o presunti, si pone svestito dinanzi al mistero della vita, del cosmo.
In questa dimensione, arroganze e paure si sgretolano, si sciolgono al fluire che arriva, che perviene da tutto, ed il tempo, lo vedi, non è più reminiscenza né prospettiva, non progetto d’intenti: è orizzonte che si allinea al presente, modulando passi lenti e arretramenti pacificati con le propensioni, le declinazioni dell’anima.
Ed è possibile così che il pensiero si trovi a vedersi, come da fuori, a pensarsi attimo del tutto, un attimo partecipe del tutto ma, proprio perché minuscola particella sua componente, comprende che non può delinearlo dal dentro, non può – per così dire – tracciarne la forma, il disegno. Avvertendone il respiro, intuisce che ciò che è può mostrare il suo consistere oltre i piani del razionale, ed è da là che rimanda, disvela in filigrana tessiture di rapporti armonici, assonanze silenziose, partiture che riformulano in divenire relazioni conseguenti - come ogni presente - a tutto l’accaduto e all’accadere nell’universo”
È così che ho provato a descrivere il guado tra la figurazione e la riva dell’astratto vissuto in un giorno improvviso - la possibilità poi di trovarmi a camminare sui suoi territori - ; è così che sono arrivato ad utilizzare forme essenziali sulle sue campiture, in rapporto, in riferimento a quell’attimo nell’incedere del sole. Adesso che disegnare mi dispone a quel distacco, adesso che le linee di un sasso mi sussurrano dell’immenso, stupendo per me è vedere il disegno direttore d’orchestra che lascia libera la sua musica di musicare sé stessa, mentre siede con me ad ascoltarne i passaggi al di là del confine delle parole
mille fogli di domande, poi infine la risposta: davanti agli occhi la domanda
© Raffaello Lucci lettere al blu 2022